1793-1794, Segretario della Congregazione di 5 Cardinali

1793-94
Segretario della Congregazione di 5 Cardinali a Bologna
Mentre il 21 gennaio 1793 veniva ghigliottinato Luigi XVI (la Regina Maria Antonietta, sua moglie, lo seguirà subendo la stessa sorte il 16 ottobre dello stesso anno) e mentre l’anno successivo il Terrore in Francia provoca la ben nota nemesi del “ghigliottinatore” ghigliottinato, il Cardinale viene nominato Segretario della Congregazione di 5 Cardinali, “formata per l’esame del Piana Boncompagni sul nuovo sistema per Bologna e dei reclami dei Bolognesi contro il medesimo”.
Il Cardinale, in continuo contatto epistolare con lo zio Girolamo Carandini di Modena, fratello della madre, scrivendo a lui il 14 dicembre del 1794, ci fa sapere che la madre sta bene e che l’altro zio Cardinale, Filippo, era andato per sei giorni a Terracina. Sempre nel 1794, in Francia la Rivoluzione “abolisce” la tratta degli schiavi.
Con la nomina appena avuta, incominciano per il Cardinale, a soli 36 anni, le prime responsabilità amministrative ed anche le prime difficoltà nel rapporto con Papa Braschi. Il caso Brancadoro ci mostra che tipo di difficoltà che, però, l’illustrissimo antenato riesce a superare alla grande, non solo indenne, ma anche con infinito riconoscimento da parte del Papa. Che strano, però, Pio VI che boccia il parente Serlupi e si fa in quattro invece per il Brancadoro!
Non vorrei, però, rovinare questa storia con inutili commenti. Penso che convenga “gustarsi” il racconto, con i suoi quattro protagonisti (Pio VI, Brancadoro, Consalvi ed il Duca di York), così come ce lo narra lo stesso Cardinale e sentire parlare, in particolare Papa Braschi in prima persona.
Per la serie “come è strana la vita”, ho avuto la fortuna di conoscere personalmente il prof. Giuseppe Mariani di Osimo, la cui suocera è discendente proprio della famiglia del Card. Cesare Brancadoro.