1798, Pio VI prigioniero nella Certosa di Firenze

1798
PAPA BRASCHI, OVVERO PIO VI,
PRIGIONIERO NELLA CERTOSA DI FIRENZE
Dunque, il 20 luglio il Cardinale riesce finalmente a partire da Napoli, motivando il viaggio con l’intenzione di andare a visitare lo zio Filippo Carandini, malato, al quale si presenta, invece, come vedremo, soltanto ai primi di ottobre. Lo zio era così malato, che morirà nel 1810, dopo altri 12 anni.
Mentre con la nave passa davanti a Terracina, il pensiero del Cardinale va al Comandante francese locale, il quale nel reprimere una insurrezione della Città, fu colpito da una palla di fucile in fronte “con vivo dolore di un cuore che gli doveva tanto, qual’era il mio.”
Pur dovendo tutti i suoi guai ai “nemici” Francesi, il Cardinale riesce a dispiacersi sia per la morte del Comandante nemico, che per i cittadini della città, i quali dovettero subire “l’orribile sacco che ne fu poi la conseguenza”.
Da notare, come, comunque, il Cardinale fosse ben informato non solo sugli avvenimenti, ma addirittura sui nomi dei caduti. Questo pensiero mi ha fatto fare una veloce ricerca su internet “sull’orribile sacco”. Purtroppo non ho trovato nulla, ma in compenso ho trovato che Pio VI qui aveva un Palazzo, che ancora esiste, costruito alla fine del ‘700 per la propria famiglia e che la via Appia e la città di Terracina era rinata proprio grazie all’opera di bonifica intrapresa da Pio VI. Ora mi è chiaro del perché il Cardinale conoscesse così bene il Baron Gavotti di Terracina, nel cui “casino” chiese al Comandante francese di pernottare durante la sua prigionia.
In seguito a nuova ricerca, ho trovato finalmente che Terracina fu conquistata e messa a sacco dal Generale francese Mathieu il 9 agosto 1798 a comando di truppe francesi e polacche. Morirono due ufficiali, uno polacco e l’altro, appunto, il Comandante francese di cui parla il Cardinale.
Ebbi in mare lunghe calme, che prolungarono fino a 11 giorni la mia navigazione a Livorno.”
Sbarcato a Livorno partì, dunque, subito per Firenze, dove andò di nascosto, per ben due volte, a visitare il Papa prigioniero alla Certosa.
Il Cardinale ci fa capire che l’incontro con il Papa era dovuto soltanto al suo personale desiderio. E’ evidente, invece, che egli aveva accettato di fare da tramite tra i Cardinale di York, gli altri Cardinali ed il Papa.
Comunque, si tratta di un così interessante episodio, sia “storico” che “personale”, che non posso non riportarlo così come il Cardinale ce lo racconta.