Brunacci-Bocci Maria Erminia, detta Lydia

Bocci Maria Erminia, detta Lydia
Questo era tutto quello che sapevo su Lidia Bocci, oltre al fatto che i Bocci erano già imparentati con i Brunacci, essendo lo stesso prof. Bruno figlio di Bocci Giovanna.
Avendo ipotizzato un suo secondo matrimonio, rinunciai a cercarla, finchè, navigando recentemente su Internet, per caso mi sono imbattuto nel sito del Coro sardo, facente riferimento al baritono Matteo Peru.
(www.coromatteoperu.it).
Con grande sorpresa lessi che Matteo Peru ebbe nel 1936 una insegnante di canto di nome Lidia Bocci Brunacci.
Ne riporto qui di seguito il testo, preso su www.coromatteoperu.it/page21.html.
Chi lo stimolò maggiormente fu Leonardo Concas che lavorava a Roma e che riuscì a convincerlo ad intraprendere gli studi di canto al Conservatorio di Santa Cecilia. Era l’anno 1936 e da questo momento ebbe iniziò una vita di studio intenso, di grandi sacrifici e di sofferenze che lo porteranno a raggiungere non soltanto il traguardo del diploma, ma anche la possibilità di intraprendere una meravigliosa carriera come tenore lirico, carriera che, come vedremo, stava per portarlo in alto, molto in alto e che, invece, decise di interrompere per ritornare nella sua terra natia.
Iniziò gli studi da privatista col maestro Pecci che non era un maestro di canto, ma un passatore di spartiti e da questo apprese i primi rudimenti della tecnica vocale.
Possedeva delle qualità naturali che gli permettevano di apprendere i canoni dell’arte canora con incredibile velocità e con estrema facilità. Bruciò le tappe soprattutto con la seconda insegnante, Lidia Bocci Brunacci, sotto la guida della quale perfezionò l’impostazione della voce e, dopo soli due anni, nel 1938, era già in grado di affrontare il palcoscenico. Insieme con la maestra eseguì il suo primo concerto. In piazza Argentina, all’Istituto Besso, ebbe modo di manifestare ad un pubblico attentissimo e particolarmente preparato, tutta la sua profonda vis espressiva, la sua voce calda, melodiosa, duttile, accattivante.
   Sulle note delle romanze più celebri (Il lamento di Federico, da L’Arlesiana di Cilea; Una furtiva lacrima, da Elisir d’amore di Donizzetti; Addio Mignon, fa core, da Mignon di Thomas; Mamma, quel vino è generoso, da Cavalleria rusticana di Mascagni; Recondita armonia, da Tosca di Puccini) che provocarono un diluvio di applausi, ebbe inizio una rapida affermazione che gli procurò tante gioie.”
Purtroppo, Giuseppe Peru, nipote di Matteo Peru, contattato dal sottoscritto, non è stato in grado di darmi ulteriori notizie su Lidia Bocci.
La Fondazione Besso, anch’essa contattata, così mi ha risposto il 14 dicembre scorso (2006):
“In risposta alla Sua richiesta.
Nella raccolta dei numeri della rivista ALTIUS – che si ferma però al 1936 – dedicata alle conferenze e ai corsi di cultura, tenuti presso la Fondazione Ernesta Besso, abbiamo trovato citato nella rubrica ‘cultura musicale’ il nome della prof.ssa Bocci Brunacci come insegnante di ‘canto a solo’ presso la Fondazione.
Partecipava inoltre spesso come acclamata mezzo soprano ai concerti che si tenevano in sede.
Molto probabilmente il concerto del1938 cui Lei si riferisce si inseriva nell’ambito della consueta stagione concertistica di quell’anno. Purtroppo non abbiamo notizie per gli anni successivi.
Cordiali saluti, Fondazione Marco Besso, la Segreteria”.
Pochissime informazioni da cui potevo, però, dedurne che, alla morte del marito, Lidia non era tornata a Potenza Picena.
Un’altra ipotesi, che vedrò di controllare in seguito, è che Lidia insegnasse canto presso l’Accademia di Santa Cecilia.
Grazie ad Internet, ho scoperto, inoltre, che a Siena nel 1913 un certo Balduino Bocci collaborava con il prof. Bruno Brunacci.
Nel sito dell’Università di Pavia ho trovato il fortunato riferimento:
SETTIMA RIUNIONE, SIENA, 22-26 Settembre 1913, Sezione III.- Fisiologia. Presidente: Bocci prof. Balduino – Segretario: Brunacci prof. Bruno.
E nel sito dell’Università di Bologna ho trovato che tre studenti, Baldovino, Filippo e Balduino Bocci provenivano da Potenza Picena:
Baldovino Bocci di Potenza Picena (MC), Facoltà di Medicina e Chirurgia, 09/07/1877, tesi: Tesi mancante. Esame di laurea con discussione di: un caso di clinica medica; un caso di clinica chirurgica; una necroscopia.
Filippo Bocci di Potenza Picena (MC), Facoltà di Giurisprudenza, 17/05/1866. Tesi: Dell’accentramento, e del discentramento dell’amministrazione pubblica
Dott. Balduino Bocci di Potenza Picena (MC), Facoltà di Medicina Veterinaria, 1915-16 IV anno. Già laureato in Agraria presso l’Università di Pisa.
Non vi era, quindi, alcun dubbio: Balduino Bocci e Lidia Bocci erano parenti!
Tornato, quindi, a visitare la tomba del prof. Bruno Brunacci, il caso ha voluto che, passando davanti a dei loculi, io leggessi la parola “Balduino”.
Si trattava proprio del nostro Balduino Bocci (1890-1964) e, sotto di lui, vi era proprio “Erminia Lydia Bocci” (1887-1961), dove il nome Lydia è scritto con la “Y”! Balduino e Lydia erano quindi fratelli!
Nella lapide leggo che Lydia è nata il 21.5.1887 ed è morta il 28.8.1961 a 74 anni. Quando si era sposata con il prof. Bruno Brunacci, Lydia aveva quindi 31 anni.
Ho fotografato la lapide, che, però, verrà inserita nell’area protetta, non avendo il sottoscritto il permesso dagli attuali eredi, che purtroppo ancora non conosco ed a cui ho però lasciato un messaggio.
Speriamo di venir contattati, così da poter entrare in possesso di foto di Lydia Bocci e di suo marito Bruno Brunacci ed, eventualmente, di alcuni loro scritti, come quello che Lydia pubblicò nel 1934:
Del bel canto. Fisiologia e arte, patologia e decadenza. illus. pp. 95. Albrighi: Rome, 1934.
Bocci Lidia sposò il 12 dicembre 1918 il prof. Bruno Brunacci, insegnante alla Sapienza, nato il 19 dicembre 1879 a Potenza Picena nelle Marche.
Il matrimonio durò solo 9 mesi, avendola il marito lasciata vedova il 14 settembre dell’anno successivo.