Biografia

L’Astronomo Francesco Brunacci
19.09.1640 – 06.11.1703
Nacque a Monte Novo il 19 settembre 1640, fratello di Gaudenzio e Pietro Paolo.
Condotti i primissimi studi nella patria di origine, li proseguì dal 1657 al 1662 in Macerata, laureandosi in diritto civile e canonico.
Trasferitosi in Roma, esercitò la professione forense fino ad ottenere la carica di Consultore dei Riti, essendo stato scelto, in precedenza, diverse volte per dirimere controversie tra i più ragguardevoli personaggi del tempo..
Fu uditore di diversi alti prelati e apprezzato sopra tutti dal Cardinal Vettori per le sue conoscenze giuridiche, filosofiche e matematiche.
Fu aggregato all’accademia fisico-matematica di Mons. Ciampini con il nome di “Icasto Nonacrino”.
Collaborò alla redazione del “Giornale dei Letterati”, che si pubblicava a Roma, dall’anno 1675 al 1679.
Nell’anno 1699 fu Luogotenente dell’Arcivescovo di Fermo, mons. Cellese.
Si sposò di mala voglia, costrettovi dalla prematura morte del fratello Gaudenzio, per non lasciare estinguere il suo nome, ma non ebbe figli.
L’Arcadia, in due opere, pubblicò un panegirico in sua lode (Notizie istoriche degli Arcadi morti, III, p. 46 e Vite degli Arcadi illustri, II, p. 216).
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Riporto un'altra biografia scritta dallo scrittore saggista Renzo Baldini.
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Francesco Brunacci (1640 – 1703)

Francesco Brunacci (1640 – 1703)

Il 6 novembre del 1703 moriva Francesco Brunacci.

Astronomo, filosofo e matematico, era nato il 19 settembre 1640 a Montenovo, l’odierna Ostra Vetere in provincia di Ancona.

Insieme a Francesco Maria Onorati fu allievo di Placido Titi. Qualche anno dopo la morte di Placido, in occasione della ristampa (1675) della placidiana Coelestis Philosophia, Brunacci e Onorati ripresero il calcolo che lì vi era per trovare la Parte di Fortuna accorgendosi che per loro quello era insufficiente a dar conto della vera natura dell’“ascendente lunare”, così ne escogitarono un altro, il metodo orario, che tratta questo punto non già come un astro come esposto da Placido, con le sue coordinate celesti e con la possibilità di farlo avanzare e retrocedere sullo zodiaco, ma come un vero e proprio circolo orario.

L’opera vedeva i nomi di Brunacci e Onorati con uno pseudonimo: Cursino Francobracci per Francesco Brunacci e Africano Scirota Romano per Francesco Maria Onorati.

Brunacci fu anche autore di un “Planisfero del Globo Celeste Artico Antartico“, da lui disegnato su una carta di mm. 420×560 e inciso a bulino dal romano padre Vincenzo Maria Mariotti, disegnatore di architettura e prospettiva molto noto all’epoca, pubblicato nel primo tomo di un atlante dal titolo “Il Mercurio Geografico, Ovvero Guida Geografica in tutte le parti del Mondo, secondo le tavole del Sansone, del Baudrand, di Jacopo Cantelli, e d’altri, intagliato a bulino in fogli reali grandi, e diviso in due Tomi“, uscito a Roma nel 1687 per i tipi della tipografia di Giovanni Giacomo de Rossi e che conteneva altre carte incise in rame di altri autori. Nella parte bassa della carta vi è la “Descrizione del Globo Celeste di Francesco Brunacci“, dove spiega modi e metodi della sua rappresentazione (ripresa dall’Uranometria di Johann Bayer del 1603), spiegando quante stelle e quante nebulose ci sono, la distanza che hanno dalla Terra, ecc.