CONSALVI ed il CIMAROSA nel 1821

                                                   BUSTO DEL CIMAROSA
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Sabato scorso, 26 novembre 2011, sono stato di nuovo invitato da Don Michele Salato e dal Maestro Fabio Di Lella ad Aversa, dove il Cimarosa è stato ricordato alla presenza del Vescovo e delle Autorità comunali.
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Vedere: le FOTO
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Studenti hanno suonato arie del Cimarosa, ma, quello che più mi ha colpito è stato che hanno iniziato con il suonare l’Inno di Mameli e la Canzone di Garibaldi.
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Al momento delle prime note dell’Inno di Mameli, TUTTI si sono alzati in piedi e così sono rimasti sino alla fine.
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Naturalmente, per sicurezza, non sapendo se mi venisse richiesto un intervento, come avvenne in marzo nel Convegno precedente, ho provveduto a fare una ulteriore ricerca sul Cimarosa ed il Consalvi, che riporto qui di seguito.
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Navigando su internet, mi è apparso un libro, in cui il Cimarosa veniva citato. Libro che io già conoscevo e che avevo comprato in occasione di una mostra di dipinti, che si tenne nel 2000 nelle "scuderie" del Quirinale. Si tratta del libro "Maestà di Roma".
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L’avevo comprato perchè sapevo che nell’interno vi erano articoli della giornalista Bianca Riccio, nostra collaboratrice nel Convegno sul Consalvi, e perchè in prima pagina vi era la "famosa" Medea, di Anselm Feuerbach, impersonata proprio dalla pro-nipote del Cardinale: Lucia Brunacci. Una coincidenza di cui gli organizzatori della mostra non ne erano a conoscenza. Neanche la giornalista Bianca Riccio, esperta sul Cardinale, ne era a conoscenza.
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In questo libro, guardando nell’indice dei nomi, noto che il Cimarosa viene citato per ben 6 o 7 volte, praticamente ogni volta che viene citato il Cardinale.
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A questo punto mi sono accorto di una cosa a cui non avevo mai fatto caso prima. Però, per spiegare meglio il mio pensiero, riporto qui di seguito, prima, due passi copiati da due articoli differenti, riguardanti il pittore FEDOR ANTONOVIC BRUNI, nato a MILANO nel 1802 (un anno dopo la morte del Cimaorsa) e morto nel 1875 a San Pietroburgo).
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Nel primo articolo di Bianca Riccio a pagina 429, leggo: "Nel 1821, in onore di Consalvi, che tanto aveva amato il musicista, fece rappresentare ‘Gli Orazi e i Curiazi’ di Cimarosa, recitandovi anche lei."
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Bianca Riccio si riferisce a ZINAIDA VOLKONSKAIA, la quale "bella colta e ricchissima … era stata convinta dal cardinale Ercole Consalvi, che aveva conosciuto al Congresso di Vienna, a scegliere Roma come sua dimora."
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"Il pittore FEDOR ANTONOVIC BRUNI, continua la Riccio, vi arrivò (a Roma) nel 1819."
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A pagina 454 dello stesso libro, in un altro articolo sul Bruni, questa volta di Grigorij Goldovskij, leggo che il Bruni dipinse la "Morte di Camilla, sorella di Orazio". 
E che: "la cui idea venne a Bruni all’inizio del 1821, in seguito alla rappresentanza dell’opera di Domenico Cimarosa ‘Orazi e Curiazi’ (1821), avvenuta nel teatro privato della residenza della principessa Zinaida Volkonskaja."
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Per leggere gli articoli, cliccare su:il pittore Bruni
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Vediamo ora di analizzare quanto ho trovato.
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Qui siamo nel 1821. Sono passati ormai ben 20 anni dalla morte del Cimarosa, avvenuta nel 1801. Sappiamo anche che Ercole Consalvi è malato alle gambe e che quindi ha problemi a spostarsi.
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Da questo episodio deduciamo:
a) che la principessa ZINAIDA VOLKONSKAIA, per convincere il Consalvi a spostarsi dal Quirinale al suo palazzo, metteva nel programma "musica" o "opere" del Cimarosa;
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b) che praticamente TUTTI a Roma si comportavano nello stesso modo, se volevano avere il PRIMO MINISTRO loro ospite;
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c) che al 19.enne pittore FEDOR ANTONOVIC BRUNI, appena arrivato a Roma, era stato consigliato di fare altrettanto, se voleva ingraziarsi il Consalvi. Tanto è vero che dipinse il quadro "La morte di Camilla" in onore del Cimarosa.

Non resta ora che fare una ulteriore ricerca per vedere "quando" fu fatta l’ultima rappresentazione del Cimarosa a Roma, visto che il Consalvi muore nel 1824.
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Credo che lo chiederò all’amico Maestro Fabio Di Lella, massimo rappresentante oggi del Cimarosa in terra aversana ed in Italia.

Sorge spontanea, però, un’altra domanda: 
perchè la musica del Cimarosa piaceva così tanto al Consalvi?
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Anche qui, il Maestro Fabio Di Lella potrebbe quasi darci una risposta, direi "tecnica". 
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Secondo il sottoscritto, la musica del Cimarosa ricordava al Consalvi momenti della sua gioventù. Io non conosco le opere del Cimarosa, ma sono sicuro che la "soluzione" e la "risposta" a questa domanda potrebbe essere nel contenuto stesso delle opere del Cimarosa.
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Ercole Consalvi proveniva da una Famiglia dove, nel tempo, vi furono "tre bellissime storie d’amore": quella del nonno Gregorio Brunacci con la nonna Maria Angela Perti, del padre Giuseppe con la madre Claudia Carandini e della cotta giovanile dello stesso Ercole Consalvi, mai dimenticata e ricordata anche nelle sue "Memorie".
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Peccato non essere uno "scrittore". 
Ne scriverei sicuramente un bel romanzo!
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Articolo copiato da:
http://www.pupia.tv/aversa/musica-spettacolo/8374/busto-cimarosa-salone-romano.html
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A realizzare l’opera incompiuta, del disegnatore Roberto Focosi, inciso da Luigi Rados alla fine dell’Ottocento e la cui litografia è conservata presso il Conservatorio “Luigi Cherubini” di Firenze, è stata, a Massa Carrara dalla ditta “Le Pietre” in marmo di Carrara. Il busto, per un’altezza di 75 cm sarà posto su una colonna all’ingresso della sacrestia dove si conserva il certificato di battesimo del celebre musicista normanno. Nel corso dell’inaugurazione del busto sarà presentato anche il libro ‘Un parrocchiano illustre’ ad opera di don Michele Salato, parroco di Sant’Audeno.

Nel corso dell’incontro saranno rispolverate musiche del grande compositore aversano eseguite dall’orchestra dell’istituto “Domenico Cimarosa” di Aversa e Giuseppe Garibaldi di Vairano Scalo. Interverranno il vescovo della Diocesi di Aversa Angelo Spinillo, il mastro Elsa Evangelista, direttore del conservatorio ‘San Pietro a Majello’ di Napoli, le docenti Paola De Simone e Elisa Martino, musicologhe, il sindaco di Aversa, Domenico Ciaramella ed il vicesindaco ed assessore alla cultura Nicola De Chiara.