1951 – Discorso dell’On. Giovannini

1951
ATTI PARLAMENTARI
Camera dei Deputati
DISCUSSIONI – SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1951
L’On. Giovannini si rivolge all’On. Vanoni
Potrei citare molti autori, ma il ministro Vanoni ne conoscerebbe certo qualcuno più di me. Citerò invece l’azione di un uomo di Stato, che ha avuto una particolare importanza nella storia del mondo e che ha una particolare autorità per il partito democristiano: citerò l’opera del cardinale Consalvi. Fu colui che tenne testa a Napoleone I, il che vuol dire che aveva una certa tempra di lottatore.
Nelle sue memorie ha lasciato scritto una verità, di cui oggi noi sperimentiamo la conferma: che, cioè, all’indomani di una rivoluzione, non si può dire (e ieri dicevamo), ma bisogna tener conto dei principi, e anche dei traviamenti che la rivoluzione ha portato in quel determinato paese.
Il cardinale Consalvi, autorità di fronte alla quale vi dovete inchinare tutti, quando diventò segretario di Stato, abolì l’annona e ristabilì la libertà del mercato; ma, quel che più conta, ristabilì la libertà del mercato perché disse – e si legge nelle sue memorie – che il Governo, lo Stato, il Pontefice dovevano tener conto dei lumi della scienza economica – il che generalmente non avviene – perché la scienza economica, quando si vuole sia inosservata si dice che è astratta, e, quando si vuole sia combattuta, i demagoghi, i parassiti e gli ignoranti le fanno guerra insieme collegati.
Ebbene, questo cardinale segretario di Stato, ai primi lumi di una scienza economica, che si diceva liberale, perché voleva la libertà, ne seguì i principi in questa Roma, quando assai più difficile ne era l’applicazione, perché, onorevole ministro, come ella sa benissimo, essa era un piccolo Stato senza comunicazioni facili con altri mercati, che erano politicamente chiusi e dove, quindi, non poteva esercitarsi la concorrenza e non potevano affluire correnti mercantili dai mercati stranieri.
E, trovandosi di fronte l’opposizione del cardinale Braschi, che era capo dell’annona, cosi come ogni uomo di Governo si trova di fronte l’opposizione di quelli che presiedono i singoli istituti che si vogliono distruggere o modificare, non indietreggiò e disse che con grande dolore affrontava l’opposizione del cardinale Braschi, ma che tuttavia la riforma doveva essere fatta.
E scrive nelle sue memorie che, dopo quella riforma, nonostante la scarsità dei prodotti determinata dalla stagione, Roma non ebbe più a soffrire il pericolo di carestie e l’erario fu salvo da quella stampa di banconote, che non si potevano più stampare, tante se n’erano stampate in passato.
Spero quindi che all’economista Vanoni, a cui sarebbe superfluo far richiami ad uomini della nostra scienza, che hanno combattuto la politica dei prezzi, non sia priva di importanza questa citazione del cardinale Consalvi, il cui esempio invitandolo a seguire, faccio atto di omaggio verso di lui e verso il Governo.
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