Giudizio finale sul Cardinale

Giudizio finale” sul Cardinale
L’Angelucci, nel suo “giudizio finale”, mette in risalto soprattutto l’onestà morale del Cardinale.
“(Il Signore) lo rese alieno da ogni ambizione ed albagia (vanità), insensibile all’orgoglio ed al risentimento, noncurante di sé, umilissimo, disinteressato sino allo scrupolo, anzi propriamente al vero eccesso; poiché giunse a rifiutare offerte spontanee dei personaggi più rispettabili, che se ne seppero offesi, ed i doni anche minuti di passati benefattori, e persino di amici carissimi, facendo solo eccezione per seplici ricordi presentatigli o dal S. Padre stesso, o dai sommi Monarchi.
Così egli, che per tutta la vita servì fedelissimamente e con tante fatiche la S. Chiesa, e passò tanti anni nella Corte Pontificia, ed ebbe molteplici, frequenti e lunghe relazioni con generali di eserciti, ministri primari di Stati, Principi, Re, Imperatori, che lo ammiravano, lo ebbero caro, molte volte gli dovettero protestare la propria riconoscenza e lo amarono assai, e l’avrebbero perciò voluto regalare ed arricchire, morì quasi povero, lasciando una modesta eredità destinata principalmente a usi di religione e di carità, detratti i legati ai suoi domestici, e piccoli doni a particolari amici.”
Il Cardinale lasciò scritto nel suo testamento che il ricavato della vendita di una tabacchiera doveva servire al restauro della Chiesa di Sant’Andrea delle Fratte.
In ricordo di tale gesto, in alto, sulla facciata esterna della Chiesa, fu scritto:
S. ANDREA DELLE FRATTE
TEMPLI FACIES
QUAM HERCULES CONSALVI S.E.R. CARD.
TESTAMENTO IUSSIT
ABSOLUTA ESTA ANNO MDCCCXXVI
In verità, come potrete leggere più avanti nel Testamento, egli ha lasciato ben 15 tabacchiere di valore ad Enti e Chiese con l’obbligo di usarne il ricavato per il restauro degli edifici.
La stessa città di Toscanella ebbe la Chiesa di S. Pietro restaurata grazie alla sua generosità.
Nel faldone XXXIII, presso l’archivio di Propaganda Fide, vi è una interessante lettera di Mons. Alessandro Buttaoni, Erede Fiduciario del Cardinale, il quale invia una supplica a Leone XIII per chiedere l’esenzione dalla Tassa di Successione a favore delle dette Chiese ed Enti, i quali a loro volta avevano provveduto a scrivere al Buttaoni lettere di ringraziamento per l’inaspettato regalo. Papa Leone XIII provvede a concedere la richiesta esenzione.
Insomma, a quei tempi vi era già la Tassa di Successione.
Continuamo con l’Angelucci, il quale ci racconta di quanto il Cardinale fu da tutti amato.
Commozione profonda dominava su tutti, durante la mesta cerimonia, e pareva che ad ognuno fosse stato dalla spietata morte rapito il più caro congiunto.
Le sue lodi furono celebrate dalla stampa del tempo, e letti i suoi elogi nelle pubbliche accademie. Gli scrittori di storia, a gara e con amplissimi frasi, ne narrano le splendide gesta.
Sarà ben difficile, se mai pur possibile, trovar un altro illustre uomo, che abbia saputo attirare attorno al suo nome un consenso così unanime ed universale di encomio e plauso incondizionato.
Alcuni autori, nell’intento di esaltarne maggiormente i meriti, o per lo meno farli apparire in più chiara vista, lo mettono al lato dei tre più famosi Cardinali della storia ecclesiastica, lo Ximenes, il Richelieu ed il Mazarino.Noi vogliamo, invece porlo accanto a quell’altro invitto Cardinal Diacono di S. Romana Chiesa, che la difese, sostenne ed avviò alla piena vittoria nel Medio evo: Ildebrando monaco, poi Papa Gregorio VII.
L’uno (nel 1100) e l’altro (nel 1800) furono eccelsi combattenti, di genio superiore, mente illuminata, bontà senza limiti, saggezza. Ambedue ressero e guidarono il Papato in mezzo a perigli spaventosi e lo condussero alle vittorie più stupende.”