UN MESSAGGIO DI ATTILIO BRUNACCI DAL BRASILE

Attilio Brunacci è un “patito” per le Marche. Per gli emigranti che si orgogliono delle loro origini, esistono sempre giustificati motivi e svariate forme per manifestare il proprio affetto per la terra degli antepassati. Brunacci e i marchigiani hanno anche le loro buone ragioni quando si pensa che le Marche, dolce e bella terra, han dato i natali a nomi illustri e han dato la luce pure a tre Papa, il più famoso dei quali è senza dubbio Giovanni Mastai Ferretti, il lberale Papa Pio IX.
Non è la prima volta che si pubblicano vicende di famiglie di emigranti. Anche in questa grande storia, come in tante altre, verifichiamo che i BRUNACCI, strappati dalle loro origine, dalla loro terra, la piccola Matelica, in Provincia di Macerata, hanno contribuito, con feconda attività lavorativa e decisivamente, al progresso di Poços de Caldas, ridente cittadina situata a 1200 metri di altezza, ai confini fra gli stati di Minas Gerais e San Paolo, nel Brasile.
In questa rinomata cittadina, Stefano Brunacci e Lucia Lorenzetti, marchigiani arrivati in Brasile nel 1896 con i figli Francesco, Tomasina, Ersilia, Angela e Giovanni, han ben creato i loro cinque figli i cui discendenti – come la maggior parte degli emigranti -, senza badare ad inutili presupposti si sono imparentati con altre razze, generando numerose e prolifiche famiglie che, seppur chiamandosi Machado, Silva, Povinski (polonese) o Taguchi (giapponese) si richiamano sempre e con soddifazione alla loro origine italiana. E i discendenti di Stefano e Lucia Brunacci sommano oggi circa più che cinquecento persone.

Per reaffermare il profondo amore che tutta la famiglia Brunacci brasiliana manifesta per la Patria di origine, l’Italia, GRAZIE TANTE!