1810, di nuovo faccia a faccia

1810
di nuovo facci a faccia
Per il protagonista, cioè per il Cardinale, sicuramente non era divertente questa situazione, tanto più che, mentre ci racconta questi fatti, egli si trova agli arresti domiciliari a Reims proprio a causa dei suoi continui “rifiuti”.
Il Cardinale (Fesch), riferendolo, ci fece sostenere nuovi assalti, ma senza frutto. Noi ci risolvemmo a fare il nostro dovere a qualunque costo. Fu dopo il discorso fatto all’Imperadore dal Card. Fesch, che io vidi l’Imperadore la quarta volta al circolo della mattina della domenica, come ho accennato di sopra.
O che il Card. Fesch mi avesse renduto in questa stessa occasione un cattivo servizio particolarmente, o che l’Imperadore medesimo, come piuttosto credo, gli avesse allora dimandato se io ero nel numero dei renuenti e il Cardinale (Fesch) avesse dovuto rispondergli di sì, il fatto è che in quella udienza l’Imperadore venne apposta al luogo in cui ero e, senza dirmi la minima parola obligante come aveva fatto le altre volte, si fermò viso a viso incontro a me, mi diede una guardata terribile con due occhi veramente fulminanti e poi, si volse subito con volto ilarissimo al Card. Doria che mi era a lato e gli disse cose obligantissime, indi, procedendo innanzi e dicendo qualche parola obligante anche ad altri Cardinali, tornò indietro improvisamente e si fermò di nuovo viso a viso incontro a me, guardandomi ferocissimamente come la prima volta e quasi dubitando che non avessi capito bene che ciò era per me solo, di nuovo disse al Card. Doria giovialissimamente le stesse cose obliganti che prima gli avea dette e poi partì.
Io non colsi in quel momento nel segno, cioè non indovinai che quel fatto fosse una conseguenza del discorso fatto dal Card. Fesch, come compresi dopo o mi avvidi però che era indispostissimo contro di me e che correvo rischio sopra ogni altro e lo dissi a qualche amico appena escito da quel luogo.”