I BRUNACCI DI PECCIOLI

Poco fa, cercando su il sito degli Archivi di Stato ho trovato il seguente documento:
.
SENTENZA DEL 1438
.
Sentenza del 2 maggio del 1438 di Giovanni dei Grifoni, cittadino di Ferrara, da Fermo, milite, capitano e difensore del popolo e balia della città di Firenze, in appello di un’altra sentenza del podestà di Peccioli Domenichino di ser Asino dei Brunacci da Firenze, in una causa fra Antonio di Bacciameo da una parte e Piero del fu Onofrio del Mosca dall’altra; con questa sentenza viene condannato Antonio suddetto, del comune di Soiana, a pagare a Piero 9 staia di grano a misura pisana, assolvendolo però da ogni altro debito sia passato che futuro, per ragione di un dominio diretto degli eredi del detto Onofrio, ed utile di detto Antonio. Data e letta al solito “banchum iuris” del detto capitano. Testimoni ser Paolo di ser Simone di Paolo, notaro fiorentino, e Domenico di Tosco del popolo di S. Felice di Piazza. Rog. Andrea del fu Giovanni di Chirico da Castelfranco di Sopra, notaro e giudice ordinario.
.

Questo DOMENICHINO BRUNACCI DI FIRENZE, Podestà di Peccioli, potrebbe essere l’antenato del Cav. Antonio Brunacci, sposatori con Francesca Iambone di Montenovo, oggi Ostra Vetere.
.
Il fatto che nella trascrizione della sentenza si legga che il Podestà di Peccioli, Domenichino Brunacci, è figlio di Ser Asino è sicuramente un errore.
.
Molto probabilmente si tratta dei Brunacci di Firenze del quartiere vicino a “Ponte d’Asino”, ovvero un ponte in pietra costruito a schena d’asino. Una volta i ponti venivano costruiti tutti in quel modo.
.
Infatti, nel “Répertoires d’héraldique italienne di Michel Popoff, Paris 1991. Florence 1302-1700, si legge che a Firenze nel 1602 risiedevano i Brunacci dal Ponte Asine: “F.18: Brunacci dal Ponte Asine 1602”.
.
E che il loro stemma era: “De gueules au crabe (granchio) d’argent accompagné en chef et en pointe d’une étoile d’or.”
.

.

.
Ho cercato e subito trovato aiuto nella Porf. Paola Icardi Menichini, la quale cercherà di aiutarmi a trovare i “discendenti” del suddetto Domenichino Brunacci, sperando di arrivare al Cav. Antonio Brunacci che si trasferì, causa matrimonio, a Montenovo nelle Marche, dove divenne il Capostipide del ramo Brunacci locale.
.