1889 – discorso del Sindaco di Mentana, Giuseppe Lodi

1889
Discorso d’inaugurazione del Monumento ai Caduti Garibaldini del sindaco di Mentana, Giuseppe Lodi.
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Dal Resoconto di Aristide Pinci:
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CITTADINI
Ventidue anni fa Mentana era un nome ignoto: nella geografia politica non esisteva: era un punto dimenticato – una espressione taciuta, negletta.
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Ma dopo il 3 novembre 1867 ….! Dopo che il sole di quella memoranda giornata tramontò dietro quei colli, imporporati dal sangue di centinaia di martiri – volontario olocausto sull’ara della redenzione di Roma – da quel giorno in poi, Mentana non è più stato un nome oscuro – un paese dimenticato. – Il suo nome è sulle labbra di quanti hanno un cuore veramente italiano; anzi, di quanti – in Italia e fuori – hanno sentimenti sinceri di umanità e di patria.
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Sì, o Signori, dal giorno in cui una eletta schiera di prodi italiani cadde qui – sopraffatta non dal valore, ma dal numero di mercenari stranieri – sguinzagliati dalla Francia Cesarea e da Roma Papale – Mentana è divenuta il Paese della simpatia universale, non pure dell’Italia nostra, ma di tutta Europa – fin delle lontane Americhe, fin nella remotissima Australia. – Testimone ne è quell’Ara, che, maestosa, sorge sugli avanzi dei cari estinti, ed alla cui erezione convenne, coll’obolo nazionale, l’obolo cosmopolita: testimoni ne siete Voi tutti, affiliati alle Benemerite Associazioni Democratiche – Liberali, che, ogni anno, al ritornare di questo giorno, convenite qui d’ogni parte d’Italia, a ricordare con Noi la dolorosa catastrofe, a rivedere questo Paesello, che fu il doloroso teatro di tanta sventura ed insieme di tanta gloria! –
(Applausi).
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Non può dunque recar meraviglia, se la Rappresentanza Comunale di Mentana – penetrata da sentimento di simpatia e di speciale interesse, di cui è fatto segno questo paese – non lascia – per quanto è da Essa – intentato alcun mezzo – onde meglio corrispondere all’universale dimostrazione di affetto e di onore – che annualmente viene rinnovata da Voi, a nome di tutti gli Italiani.
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E prova ne sia, che volendo Essa fornirsi di un proprio Emblema Comunale – non ha esitato di proporre alla Consulta Araldica quello che solennemente – alla presenza vostra – si discopre per la prima volta.
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Era ben giusto e doveroso, che sullo stemma – raffigurante un giorno le somme chiavi – simbolo nefasto di oppressione e di morte – sorgesse oggi quell’Ara augusta – simbolo di libertà e di vita. –
(Applausi).
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Questo nuovo emblema Comunale riassume la pagina più gloriosa della storia moderna di questo paese, e cancella del tutto e per sempre quella pagina ignominiosa dell’800, – quando, qui pure, un altro Cesare di Francia e un altro Papa di Roma si strinsero la mano – per fondare quel potere impossibile – fra la spada e la croce – che doveva poscia crollare a Sèdan e a Porta Pia. – (Vivissimi applausi). 
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Dio – Patria – Umanità – E’ questo il motto, che, d’oggi in poi – questo Emblema di valore e di gloria – parlerà a quanti vi fisseranno lo sguardo.
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Dio – Patria – Umanità – sia per Noi tutti, e per i nostri più tardi Nipoti la triade vera del nostro culto – dei nostri affetti – delle nostre aspirazioni.
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E se quella Tomba rappresenta il Santuario di tante glorie italiane – questo Stemma simboleggia la sepoltura del Dominio temporale.
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(Applausi fragorosi e prolungati).