Ritroviamo quel Giovanni Brunacci viterbese, lo stesso Giovanni della “colonna”, quando, mentre fa costruire nel 1640 una Cappella nel Convento di S. Maria della Quercia, le tavole prendono fuoco.
“… Intorno all’anno 1640 [ 1636] avendo Giovanni Brunacci viterbese ottenuto la sanità già quasi disperata da medici in una periclosa infermità, con la promessa alla Santissima Vergine di fare ornare in questa sua chiesa una cappella ad onore del glorioso apostolo del Settentrione S. Giacinto; mentre in adempimento del voto faceasi tal opera, lo stuccatore lasciò una sera alcuni carboni accesi sopra il palco. Onde accesosi il fuoco si riempì ben presto la chiesa di fumo, e si saria anche incendiato il tutto, sì perché tutte le muraglie, pilastri, e colonne sono ricoperte di tavole, e altri voti anche di cera, sì pure perché il detto palco era vicino al tetto, non essendovi in quel tempo le volte; ma la Santissima Vergine per ovviare a tanto male mosse un divoto religioso ad affacciarsi per riverirla ad un fenestrino, che dal convento corrispondeva in chiesa e questo avvedutosi del pericolo, fece sollecitamente che vi si rimediasse…”(tor.p.299)(vol.120 c.159)( vol.115 c.147v)
Insomma, Giovanni Brunacci era un uomo ricco e … devotissimo!
Direi, anzi, che tutta la sua Famiglia era devotissima.
Infatti, non passarono altri 20 anni che un certo Domenico Brunacci, gesuita, …