I garibaldini G.B.Fedolfi e Carolina Brunacci di Montalcino

C’è chi da MONTALCINO ha seguito Garibaldi fin nella mia città di MENTANA.
Si tratta di Giovan Battista Fedolfi e sua moglie Carolina Brunacci, ambedue di Montalcino.

G.Battista Fedolfi, garibaldino e istriciaiolo
Feb 10, 2011
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G.Battista Fedolfi un omone baffuto fedele a Garibaldi.

Aveva appena 14 anni quando decise di seguire Giuseppe Garibaldi nella sua affascinante avventura, ammaliato più dalla fierezza e dal carisma dell’eroe dei Due Mondi che da meditato spirito patriottico. Ma l’adolescente Giovan Battista Fedolfi fece una scelta che poi inciderà fortemente nella sua vita. Sposò un ideale, una filosofia del mondo e quei valori di indipendenza e democrazia che non abbandonerà mai più, fino alla morte avvenuta nel 1932.

Giovan Battista Fedolfi nacque a Montalcino il 30 ottobre del 1845. Abbandonò la terra natia per seguire il suo mito, acceso da ideali ribelli che lo portarono lontano, e inseguì, insieme a spedizioni e battaglie, una ricerca interiore che lo fece tornare a Siena nel 1910 con una famiglia già formata e la musica nel sangue. Il tempo ha sbiadito il ricordo di Giovan Battista Fedolfi che riposa nel cimitero garibaldino al Laterino, ma la sua lapide rischia di passare nell’oblio dell’incuria e dell’indifferenza se non si richiama alla memoria la vita avventurosa di questo senese che ha scritto la storia: garibaldino e istriciaiolo, fino alla fine.

Dunque, Fedolfi lascia la patria del Brunello nel 1859 per seguire Garibaldi. Gli ideali patriottici hanno il sopravvento sullo studio, sull’amore, sul lavoro. Partecipa alla battaglia di Bezzecca della Terza Guerra di Indipendenza.

Giovan Battista è con Garibaldi anche nel 1867, quando il condottiero comincia a preparare i suoi volontari per una spedizione contro le truppe pontificie, ma il progetto fallisce e l’eroe con la camicia rossa viene arrestato e spedito a Caprera. Di nascosto torna in Toscana e con i suoi uomini si avvia nel Lazio per ritentare la spedizione. Il 30 ottobre 1867 a Roma viene preparato un moto insurrezionale che subito fallisce, ma Garibaldi si scontra con i pontifici a Mentana il 3 novembre.

All’inizio i garibaldini hanno la meglio, poi arrivano le truppe francesi sbarcate a Civitavecchia e Garibaldi viene battuto. Di nuovo arrestato e mandato a Caprera. La maggior parte delle camicie rosse lo seguono nell’esilio isolano. Anche Fedolfi è fra questi. Ormai la dedizione sviluppata per l’eroe dei Due Mondi è tale da essere diventata una fede, ma non al punto da restare ancorata a sterili ricordi di quello che è stato.

Anche Fedolfi, come tanti garibaldini e lo stesso eroe risorgimentale, si dà alla politica. Approfondisce gli ideali tanto inseguiti senza lasciar cadere nel vuoto lo spirito democratico, il senso di giustizia e quella ventata di nuovo che ha cambiato l’Italia. Fedolfi dunque si avvicina alle idee socialiste di Andrea Costa e da quel momento seguirà la mozione socialista fino alla fine dei suoi giorni.

Fra una battaglia e un moto insurrezionale la vita privata di Giovan Battista scorre parallela all’impegno patriottico. Anche per lui scoppia l’amore: sposa la compaesana Carolina Brunacci, una bella ragazza appartenente ad una delle famiglie più facoltose di Montalcino.

Nel 1879 nasce la prima figlia, Olimpia, seguita da Aldo nel 1881 e da Egle nel 1883. La vita familiare di Fedolfi si realizza inizialmente nel Lazio, prima a Civitavecchia e poi a Roma.

Siamo agli inizi del Novecento.
L’ondata dei Mille è passata ma l’amore per la camicia rossa resta immutata e anche Fedolfi come altri garibaldini rimane legato a Caprera e al ricordo del condottiero, al punto da non mancare mai all’appuntamento annuale delle ’camicie’ nell’isola toscana. E’ dopo il 1910 che torna a Siena, con i suoi baffoni e la sua stazza da vecchio combattente. Un omone che vive con la primogenita Olimpia in Piazza Paparoni e si guadagna da vivere come maestro di musica. Fa parte della banda cittadina con il suo violino e quando nasce il primo cinematografo nella città del Palio, “il Senese”, è sotto il palco fra i suonatori che accompagnano il film muto.

Fedolfi resta dunque un creativo, un sognatore, un uomo dai grandi ideali. E fiero di essere stato garibaldino. Quando viene inaugurata la statua di Garibaldi alla Lizza, Giovan Battista spicca nella foto ricordo che oggi è conservata nel museo del Rosorgimento a Firenze.

E’ un uomo semplice e schietto, ama la vita di rione e negli ultimi anni della sua esistenza si lega con profonda amicizia al parroco della chiesa della Magione, don Sozzi. E sarà proprio don Sozzi ad accompagnare il garibaldino-socialista-istriciaiolo al cimitero comunale del Laterino nel suo ultimo viaggio.

Nel 2011 resta ancora la sua traccia. La nipote Nerina (figlia di Aldo) è ancora viva: il 4 aprile compirà 101 anni. Lunga vita allo spirito garibaldino!

Sonia Maggi da Corriere di Siena

Sono riuscito a mettermi in contatto telefonicamente con la figlia della Nerina, sig. Sara Barabesi, dalla quale ho avuto altre informazioni:
a) Giovan Battista Fedolfi è stato sepolto con la sua camicia garibaldina;
b) sua moglie Carolina Brunacci è deceduta a Civitavecchia per causa della “spagnola”;
c) la signora Sara Barabesi, professoressa di lettere in pensione, è in possesso di alcune foto e certificati dei bisnonni, di cui mi darà una copia se riuscirò ad andare a Siena a trovarla.

Sabato 20 agosto scorso, dopo aver visitato Montalcino ed incontrato il prof. Bruno Bonucci, mi sono recato a Siena dove ho incontrato la prof.ssa Sara Barabesi, la quale mi ha consegnato una foto ed un certificato di morte del suo avo, che io ho subito inserito nella galleria fotografica.

Ringrazio la sig.ra Sara Barabesi.