NOTIZIE ISTORICHE DEGLI ARCADI MORTI

Nel 1721 viene pubblicato un libro in memoria degli ARCADI MORTI, tra i quali troviamo il nostro Francesco.
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Di lui così scrissero:
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NOTIZIE ISTORICHE DEGLI ARCADI MORTI
TOMO TERZO, 1721, PAG. 47
 
FRANCESCO BRUNACCI.
 
Francesco Brunacci da Montenuovo nella Marca d’Ancona, fu uno de’ più profondi Filosofi, che nel passato secolo fiorissero in Roma, ove egli passò la maggior parte della sua vita.
 
Colla suddetta scienza possedè anche in grado eccellente la Matematica, e l’Astronomia; per le quali cose godè spezialissimo luogo, non pure nel!’Accademia Fisicomatematica, che era in quel tempo aperta in casa del rinomato Monsignor Gio. Giustino Ciampini; ma in ogni altra conversazione letteraria: delle quali allora Roma abbondava.
 
Dilettòssi altresì degli studj ameni, e particolarmente della Volgar Poesia, ed alcun parto del suo ingegno di questo genere si conserva nel Serbatoio d’Arcadia, alla quale fu annoverato nel primo anno della fondazione, cioè nel 1691 col nome d’Icasto Nonacrjno.
 
Nel famoso Giuoco del Sibillone da me descritto altrove parlando di Domenico Trosi, in casa di cui si faceva, il Brunacci era uno de’ migliori Interpetri, che vi facessero pompa del lor sapere; e per verità le più ingegnose, e profonde interpetrazioni, che vi si ascoltavano, erano quelle, che uscivano dal suo felicissimo ingegno.
 
Di lui non sappiamo, che sia in istampa altro, che alcune osservazioni Astronomiche, fatte sotto il finto nome di Cursino Francobracci, insieme con Francesco Maria Onorati, ed altre con Marco Antonio Cellio: di tutte le quali si dà notizia nella Vita di detto Monsig. Ciampini tra quelle degli Arcadi Illustri (Tom. 2. pag. 216).
 
Fu altresì non poco inteso de’ fatti della Repubblica Letteraria, perloché lo stesso Ciampini anche della sua opera si valse nella compilazione del Giornale de’ Letterati, da lui promosso in Roma, massimamente dall’anno 1675, come si dice nella citata Vita pag. 208.
 
Finalmente quantunque fosse d’apparenza severissimo, e pensieroso; nondimeno nel conversare si allegrava, e riusciva grazioso, ed ameno.
 
Oltre a Monsig. Ciampini, fu suo intimo amico altresì il celebre Monsig. Vettori, il quale si valeva anche di lui per aiuto ne’ suoi studj non pur filosofici, ma anche legali, che a lui non erano ignoti, essendosi parimente esercitato, non poco nella pratica della Curia Romana.
 
Morì questo chiaro Letterato in Patria, ove s’era ritirato nella sua vecchiezza, qualche anno prima del 1710 che a’ 10 d’Agosto ne giunse la novella in Arcadia.
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"Francesco era il migliore nel gioco del Sibillone ed aveva un aspetto severissimo".
Questo è quanto si deduce da questo scritto.

A proposito, ora che mi ricordo, io sono in possesso di una pergamena del suo "Globo celeste", che si trova nel palazzo della Provincia di Milano. Una copia della pergamena la inviai al Planetario di Roma ed una la inviai al Comune di Ostra Vetere, tramite Cinzia Cipollini di Ostra Vetere. Debbo ricordarmi di darne una copia anche ad Alberto Fiorani, storico locale, con il quale sono in continuo contatto.